Quando iniziano a parlare i bambini: a che età parlano i bimbi

Quando i bambini iniziano a parlare si fa a gara per decifrare i suoni e le prime parole del neonato. Ad ogni “papapa” o “mamama”, i genitori hanno un tuffo al cuore pensando che quelle sillabe siano un sistema primitivo di rivolgersi al papà o chiamare la mamma.

Tuttavia il linguaggio dei bambini si articola per tappe ben definite, che iniziano ancora prima che venga al mondo. Al sesto mese di gravidanza, infatti, lo sviluppo dell’apparato uditivo è completo e il cervello del feto inizia a sentire e riconoscere i suoni. Nell’ultimo trimestre di gravidanza, quindi, ascolta gli stimoli esterni, distingue la voce della mamma e comincia a familiarizzare con il linguaggio, preparandosi a parlare.

Attenzione, però! Invece di farsi illusioni, è bene sapere con precisione a che età parlano i bambini, prima di sbandierare a tutti che il proprio neonato neonato parla già.   

Durante il suo sviluppo psicomotorio, il bimbo acquisisce diversi tipi di abilità – capacità di controllare i movimenti, competenze cognitive, gestione delle relazioni e delle proprie emozioni – a cui vanno ad aggiungersi le competenze linguistiche.

L’ acquisizione del linguaggio gli permette di comunicare ed esprimere i propri desideri, i bisogni e le sue sensazioni in modo chiaro. Ma si tratta di un processo lungo, che parte dalla comunicazione non verbale, passa per la lallazione e termina con l’ assimilazione di un vocabolario articolato, con cui creare frasi e discorsi completi.

Ma quanto dura questo percorso? Quando inizia a parlare un bambino realmente?

In questo post faremo un approfondimento su quando iniziano a parlare i bambini, analizzando tutte le tappe tipiche dello sviluppo del linguaggio, con consigli e risposte a dubbi comuni in questo periodo: a che età si inizia a parlare, quando cominciano a parlare i bambini maschi, cosa fare per stimolare un bambino che non riesce a parlare.

Quando il bambino inizia a parlare: le tappe dello sviluppo del linguaggio

A che età iniziano a parlare i bambini? Quando cominciano a parlare i neonati?

Durante il primo anno di vita, il piccolo impara a distinguere i suoni e inizia ad emettere, dapprima dei piccoli vocalizzi per conoscere la sua voce, per poi cimentarsi nella sperimentazione delle sillabe, fino a formarsi un vocabolario più ampio con parole via via più complesse.

Vediamo quali sono le modalità dell’apprendimento del linguaggio.

Quando iniziano a parlare i neonati: dalla nascita ai 9 mesi

Già durante la gestazione, la maggior parte dei futuri genitori cerca di immaginare come sarà il proprio figlio, quale sarà la sua prima espressione e quali esperienze condivideranno nella vita.

La mamme e il papà spesso accarezzano il pancione e si rivolgono al proprio cucciolo, che è in attesa di venire al mondo, con parole dolci e qualche melodia. Dal terzo trimestre di gravidanza, il feto entra in contatto con i suoni prodotti dall’esterno e inizia a familiarizzare con le voci, che costituiranno il suo bagaglio per il futuro.

Nei primi tre mesi dalla nascita, i piccoli comunicano attraverso mezzi che gli sono propri, come il pianto e l’emissione di piccoli gridolini. Per attirare l’ attenzione, si cimentano anche in colpi di tosse, deglutizioni rumorose, espressioni di gioia, nenie, in modo che le figure di riferimento li guardino.

Ogni genitore ha la curiosità di sapere a che età i bimbi parlano e nei primi mesi tende a rivolgersi al proprio figlio con il baby talk per essere compreso. Anche detto motherese, si tratta di un linguaggio semplice e affettuoso, caratterizzato da parole ripetute e suoni melodici, essenziale per stimolare il bambino a parlare e stimolare la lallazione.

Dall’emissione di vocali e suoni isolati, il bambino dapprima inizia a creare sequenze più lunghe, fino a quando inizia la lallazione. Chiamata anche babbling, la lallazione dei neonati è il momento in cui il bambino si esercita nel parlare, ripetendo sequenze di consonanti sempre uguali. Questa fase dura circa tre mesi, duranti i quali ai genitori sempre di percepire le prime parole del neonato.

A quanti mesi parlano i bambini: dai 9 ai 12 mesi

A 9 mesi un neonato non dice frasi compiute, ma comprende alcune parole semplici e si cimenta con sequenze più articolate. L’utilizzo di una parola nota, accanto a quelle sconosciute, lo aiuta a comprendere quasi tutto il senso del discorso, mentre acquisisce confidenza con l’intonazione e gli accenti.

A quanti mesi dicono mamma o papà i neonati?

Prima del compimento dell’anno, i piccoli riescono a chiamare in maniera chiara i propri genitori, che finalmente si sentono gratificati da quelle due paroline magiche: “mamma e papà”.

Il linguaggio dei bimbi a 18 mesi

Intorno ai 18 mesi, il vocabolario base del bambino comprende in tutto 20 parole, che si andranno a triplicare entro i due mesi successivi.

In questo periodo sarà in grado di associare le parole alla mimica, facendo capire sempre di più le sue richieste, come acqua o pappa.

Quando iniziano a parlare i bambini

Sviluppo del linguaggio nel bambino di 2 anni

Il linguaggio dei bambini di 2 anni si fa più articolato. In questa fase il bambino è in grado di formare delle brevi frasi e usa la parola per esprimere necessità ed emozioni. 

Se un bimbo di 2 anni non parla come gli altri non bisogna preoccuparsi. L’ indicazione del pediatra, in genere, è quella di attendere con pazienza, poiché non tutti hanno gli stessi tempi. 

È importante stimolare il linguaggio nel bambino di 2 anni con giochi, canzoni e storie, evitando il cosiddetto bambinese (quella tipologia di linguaggio semplificato, in cui si usa la parola “coccò” al posto di gallina o “bau bau” per indicare il cane) e prediligendo le parole nella forma esatta.

Quando i bambini iniziano a parlare bene: dai 3 anni in poi

Il terzo anno di età è quando i bambini cominciano a parlare bene. In questa fase, infatti, possono contare su un vocabolario più ricco, con cui costruire periodi e frasi di senso compiuto. 

Nel tempo affineranno anche la capacità di utilizzare gli elementi grammaticali più complessi, come articoli, aggettivi e verbi, necessari per imparare a parlare bene. 

Non è importante correggere gli errori del bambino, interrompendolo mentre parla, ma è molto più istruttivo ripetere la frase in modo corretto, senza che lui lo percepisca come un rimprovero.

Quando preoccuparsi se un bambino non parla

Mio figlio non parla” è una delle frasi più frequenti che sentono ripetersi i pediatri. Tuttavia, è necessario sottolineare che non tutti i piccoli affrontano lo sviluppo linguistico nello stesso modo. 

I bambini che non parlano potrebbero semplicemente essere pigri o più riservati.

Per parlare di ritardo del linguaggio, in genere, si attendono i due anni, due anni e mezzo, in cui si valuta la presenza di eventuali problemi o deficit di tipo neurologico, sensoriale, ambientale o relazionale.

In assenza di altri sintomi, un bambino che non parla può essere definito un “parlatore tardivo” se presenta anche queste caratteristiche:

  • il suo vocabolario non raggiunge le 50 parole a due anni;
  • non ricorre alla lallazione per esprimersi;
  • non sviluppa l’ abilità di costruire una frase entro i due anni e mezzo, combinando diverse paroline.

Per valutare il ritardo nello sviluppo del linguaggio è fondamentale appurare la presenza di altri fattori di rischio per la comunicazione, come la suzione del pollice o l’uso prolungato del ciuccio, una familiarità di disturbi nel linguaggio, disturbi auricolari, prematurità. In questi casi è bene sentire il punto di vista di un pediatra o rivolgersi a un logopedista.

Come stimolare il linguaggio nei bambini

Come stimolare un bambino a parlare?

I giochi per insegnare a parlare ai bambini sono moltissimi e possono essere fatti in associazione alle attività quotidiane. Il bimbo tende ad apprendere durante la sua esperienza pratica a contatto con l’ altro, in cui risulta più semplice collegare una parola all’oggetto corrispondente.

Qualsiasi attività può essere un’ottima fonte per imparare:

  • gioco: i giocattoli possono fare da spunto per creare un vocabolario ampio. Le bambole, ad esempio, sono un gioco utile per distinguere parti del corpo, espressioni, vestiti e azioni. Le macchinine sono un input per memorizzare i colori, distinguere le grandezze, suggerire luoghi e comprendere le direzioni. Con la casa delle bambole le location proposte nei Lego, come la caserma e la fattoria, si possono denominare gli ambienti, le stanze e gli oggetti che le compongono. Con i giochi di società, si apprendono le regole, la turnazione, i numeri, il calcolo e la verbalizzazione di molte azioni.
  • Lettura: i libri illustrati sono utili per imparare i colori, le espressioni, le sequenze temporali, i nomi degli animali. 
  • Cucina: cucinare insieme a un adulto, così come occuparsi degli impegni domestici, è un modo divertente per imitare l’esempio dei grandi e apprendere qualsiasi parola relativa ad alimentazione e pasti. In casa, poi, è più semplice gestire le semplici richieste e stimolare il bambino a compiere alcune azioni.
  • Cartoni animati e video musicali: la musica e le immagini hanno un forte impatto sul bambino, che rinforza la memoria e riesce a raccontare la sua esperienza agli altri. I bimbi amano la ripetizione e per loro è utile e rassicurante ascoltare gli stessi brani e vedere un cartone più volte. 
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Per stimolare il linguaggio nel bambino di 2 anni e nelle successive fasi della crescita, è fondamentale trascorrere tempo insieme, fare domande, incuriosirlo, utilizzare un parole semplici e soffermarsi ad ascoltarlo.

Domande frequenti

Quando iniziano a parlare i bambini maschi?

Alcuni studi affermano che i bimbi maschi parlano in ritardo rispetto alle femmine, ma la differenza si risolve nel tempo.

Mentre, una ricerca inglese ha rivelato che, sebbene le prime parole vengano pronunciate tra i 10 e gli 11 mesi, un sesto dei maschi inizia a parlare solo dopo i tre anni.

Quando i bambini iniziano a parlare in prima persona?

Quando i bimbi cominciano a parlare, dapprima parlano di sé in terza persona, imitando il modo di costruire le frasi della mamma e del papà.

Dai due anni e mezzo in poi, affinano le proprie competenze linguistiche e cominciano a parlare di sé in prima persona, utilizzando il pronome io.

Quando inizia a parlare un bambino autistico?

Lo sviluppo linguistico nel bambino autistico non segue un andamento lineare.

Quando cominciano a parlare i bambini autistici possono anche apparire precoci, tuttavia tendono a smettere improvvisamente e a riprendere dopo diverso tempo, intorno ai 3 o quattro anni.

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