Molti genitori si chiedono quando i bambini possono cominciare a mangiare il pesce azzurro come lo sgombro, le sardine, il pesce spada e anche il tonno.
Proprio quest’ultimo si divide in tonno in scatola e fresco, la domanda che si pongono i genitori è quando i bambini possono mangiare il tonno e quale dei due sia meglio come alimento da introdurre nella dieta. Facciamo chiarezza.
Il tonno è un pesce ricco di acidi grassi chiamati anche “buoni”, gli omega 3, ottimi per la salute cardiovascolare. Spesso uno predilige il tonno in scatola per un pasto veloce, mentre quello fresco si deve comprare presso le pescherie o i grandi supermercati, pulire accuratamente e poi cucinare prima del consumo. Sarà il migliore anche per i bambini?
Quando possono mangiare il tonno i bambini?
Molte mamme arrivate al periodo dello svezzamento, propongono ai bambini diversi cibi, tra cui pesce. Non è consigliato dare il tonno in scatola né fresco a quell’età tra i vari alimenti.
A che età i bambini possono mangiare il tonno in scatola
Il tonno in scatola si può dare ai bambini dai 12 mesi in poi, da proporre con i sughi e come secondo piatto fresco, preferibilmente al naturale, siccome contiene meno metilmercurio in genere.
La quantità del mercurio non varia da specie in specie, ma se capita di avere tonno striato o filetti, uno vale l’altro.
Quando dare il tonno fresco ai bambini
Il tonno fresco ai bambini si può dare a cavallo tra i 15 e i 18 mesi, purtroppo i fattori da valutare sono:
- la digeribilità: può essere un problema, quindi evitate se i bambini sono ancora soggetti a rigurgito o problemi gastrointestinali
- il mercurio che è contenuto in quantità maggiori in quello fresco
Tonno ai bambini: fresco o in scatola?
Una dieta varia per i piccoli è importante, quindi bisognerebbe dare loro sia quello fresco che quello in scatola perché apportano tantissimi benefici al sistema nervoso e al cuore, ma ovviamente monitorare le quantità.
La cosa che spesso preoccupa è la quantità di mercurio presente, esso infatti come il pesce spada contiene alte quantità di mercurio che non sono facilmente smaltibili.
Con un attenzione in più, i pediatri consigliano di inserirlo nel menu dei piccoli e creare anche ricette sfiziose affinché possano mangiarlo tutto tranquillamente.
Tonno in scatola bambini: i pro e i contro
Le normali scatolette di tonno sono di circa 80g, se al naturale si possono dare ai più piccoli perché contengono olio in minor quantità, se sgocciolato sarà in tutto 50g. I pediatri raccomandano di inserirli nella dieta gradualmente e di darlo sempre insieme a determinate verdure come broccoli, verza e cavoli che aiutano a smaltire il metilmercurio.
Il tonno in scatola contiene meno mercurio rispetto a quello fresco, perciò si può dare da quando il bambino compie 1 anno. Sarà poi il pediatra ad indirizzarvi perché conosce i benefici dell’alimento e la storia alimentare del bambino in base alle sue età, valutandone i rischi e i benefici.
Tonno fresco bambini: le proprietà
In un alimentazione varia c’è bisogno di aggiungere determinati pesci perché aiutano a ridurre i rischi legati al problemi circolatori, contengono fosforo e aiutano lo sviluppo della memoria.
Il tonno è da aggiungere ai menu dei bambini dai 15 mesi in poi; esso contiene anche omega 3, un grasso buono, fondamentale per la crescita del bambino.
Ecco quali sono i benefici:
- Protegge gli occhi e la vista da alcune malattie
- Svolge un importante azione antinfiammatoria se assunto in determinate quantità
- Aiuta a sviluppare il sistema nervoso nel bambino
- Protegge l’apparato cardiocircolatorio
- Facilita le connessioni tra le cellule nervose che aiutano il bambino e la bambina nello sviluppo della memoria
- Gli omega 3 sono anche ottimi alleati per l’apprendimento di nuove nozioni
Tra le tante cose, è ricco di vitamina B, A e D che aiutano il bambino a dormire bene, non avere incubi ed evitare una condizione di ansia e stress generale dovuta a problemi fisici.
Filetto di tonno per bambini: migliore o peggiore?
Il filetto di tonno da dare ai bambini sembra essere la soluzione migliore, come alimento è la versione più digeribile e si trova anche già pulito, senza spine. Per introdurlo inizialmente può essere ottimo, lo consiglia anche il pediatra una volta a settimana.
Il tonnetto striato anche rispetto sembra essere una soluzione migliore per il bambino, perché più leggero, anch’esso viene pescato nell’oceano quindi contiene meno mercurio. Il tonno stesso ha un alimentazione più pulita perché si nutre di piccoli pesci presenti nelle acque e svolge una vita più sana, lontano dall’inquinamento.
Come cucinare il tonno ai bambini
Nell’alimentazione del bambino sicuramente la cucina fa la sua parte. Bisogna tentare diverse ricette facili e senza troppi condimenti.
I pesci son venduti sotto forma di omogeneizzato e si danno durante lo svezzamento, ma come detto sopra all’inizio non si da il tonno ai bambini. Si opta per pesci più leggeri come l’orata, il nasello, merluzzo, platessa e oltre a darli così, si possono inserire in alcune ricette con il riso o altri cereali.
Il tonno in scatola al naturale è tra gli alimenti più consigliati nelle diete degli adulti e molto spesso piace anche al bambino. All’inizio si può optare per un sughetto con pomodori freschi e aggiungere il tonno sgocciolato, oppure semplicemente con il riso o pasta.
Quando si comincia ad introdurre il tonno comprato in pescheria, si possono fare tantissime ricette.
I consigli da tener a mente sono due:
- Si deve pulire bene e togliere anche le minime spine che ci sono all’interno, sarebbe meglio tagliarlo a pezzettini ( come per la carne) all’inizio per evitare che possa essere difficile da masticare
- Bisogna cucinarlo in modo da renderlo digeribile, perché il problema principale è la digestione. La scelta di questa tipologia deve essere ponderata alla qualità del tonno scelto.
Una volta a mente questi punti, il tonno può essere cotto in padella con poco olio e aromi, tutto insieme senza soffriggere, oppure fatto al forno come si cucina spesso l’orata o altri cibi. Una quantità ottimale per i piccoli sarebbe di 100-150 g, in modo tale da ridurre la quantità di metilmercurio (nome del mercurio contenuto nel pesce) che va nel corpo e per favorire la digestione.
Importante è aggiungere olio evo a crudo che aiuta l’assorbimento dei grassi buoni e delle vitamine presenti nell’alimento, la digestione e favorisce il transito intestinale, questo consiglio vale per tutti i pesci.
Si deve evitare inoltre di dare i crudi ai piccoli, in realtà non si tratta solo di tonno, o pesce, ma anche di carne. Perché spesso contiene sostanze nocive, per cui bisogna fare attenzione. Da evitare anche per le donne in gravidanza.
Da un punto di vista scientifico, si evince che bisogna anche evitare di dare il sushi ai bambini piccoli, secondo la biologa nutrizionista Elena Dogliotti, supervisore scientifico della Fondazione Veronesi, il tonno e il salmone crudi presenti nel sushi possono essere nocivi per i bambini perché sono affumicati e sottoposti a marinatura, ciò potrebbe provocare un intossicazione alimentare.
Per non parlare delle quantità nocive di mercurio che si assorbono maggiormente se i pesci son crudi e possono essere difficili da smaltire per i bambini.
Se proprio uno vuole dare il sushi, a partire da un’età di 6-7 anni, si deve optare sempre per un alimento cotto da dare al bambino perché un cibo del genere può essere impegnativo.
Il sushi è tra gli alimenti, non consigliati neanche per le donne in gravidanza perché fa male per la crescita del bambino.
Domande frequenti
Quanto tonno possono mangiare i neonati?
I neonati non possono assolutamente mangiare il tonno, non è consigliato nemmeno quando comincia il periodo dello svezzamento, ma deve compiere almeno un anno di età.
Quante volte a settimana mangiare il tonno?
La mamma deve sapere che il tonno per i bambini è consigliato massimo due volte a settimana, si consiglia quello in scatola al naturale. Per le donne in gravidanza è sconsigliato per tutto il periodo perché può provocare problemi di salute.
Per gli adulti in una dieta sana ed equilibrata il consumo di tonno è pari a una volta a settimana in scatola e massimo due volte se si opta per il tonno fresco. Bisogna prestare comunque particolare attenzione a determinate patologie.
Qual è il tonno con meno mercurio?
Non esiste in nessuna parte del mondo un tonno che non contiene mercurio e questo è assodato, ma si può scegliere di mangiarlo in sicurezza. Il prodotto che contiene meno mercurio è quello in scatola, perché viene pescato negli oceani, dove il tasso di inquinamento è minore. Stessa cosa accade per il pesce spada e lo sgombro in scatola.
Quello fresco contiene più mercurio perché viene pescato nel Mar Mediterraneo che è più inquinato. Come si evince dal test di Altroconsumo, nella classifica dei tonni, il tonno in scatola As Do Mar sembra essere quello migliore in termini qualitativi, sia normale che il tonnetto striato.
Sfatiamo il mito che il prodotto è da evitare, bisogna solo limitarne il consumo perché durante la crescita della bimba o del bimbo può essere nocivo per la salute e anche per la futura mamma durante la gravidanza, ma non si possono perdere tutte le altre proprietà del tonno.
Bisogna evitare di renderlo il pasto principale perché non si cucina e diventa un pranzo e una cena super veloce e si presta anche da cucinare con la pasta. Così il mercurio sarà difficile da espellere e può portare problemi di salute.
Una volta assodato questo, bisogna capire che va bene introdurlo nella dieta ma con moderazione.
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